credits: movieplayer.it
Il film è straordinario, uscito nelle sale nel lontano 1976, conserva tutto lo smalto e la brillantezza di allora. E' di un anno posteriore a Profondo rosso di Dario Argento, ma ricorda di più i primi film del grande Dario. I ritmi somigliano a quelli di L'uccello dalle piume di cristallo e Il gatto a nove code, anche se Avati ha ambientazioni più noir, cupe, quasi introspettive. L'uso della macchina da presa è molto interessante ed il montaggio alterna primissimi piani di mani, tasche ed oggetti a riprese in medio campo dello straordinario Lino Capolicchio. Un film elegante, misurato, esteticamente ricercato, affascinante.
Nonostante 20 anni lo separino dall'Arcano incantatore c'è un sottile filo che unisce i due films; un filo fatto di mistero, di non detto, di persone che non sono quello che sembrano, di ineluttabilità degli eventi.
Nonostante 20 anni lo separino dall'Arcano incantatore c'è un sottile filo che unisce i due films; un filo fatto di mistero, di non detto, di persone che non sono quello che sembrano, di ineluttabilità degli eventi.
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