Io non sono capace a leggere un solo libro per volta. Non ce la faccio, è più forte di me. Anche quando sono alle prese con un libro che mi piace moltissimo. Non riesco a resistere alle contaminazioni e poi, diciamolo, ogni libro ha il suo momento per essere letto. Mi spiego meglio. Ora sto leggendo:
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Tito Maccio Plauto - Commedie scelte (edizione Sonzogno degli anni '20 del secolo scorso)
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Carlo Collodi - Le avventure di Pinocchio (lo leggo un capitolo per sera con le mie bambine)
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Albert Speer - Memorie del Terzo Reich (lo leggo a spot e grandi capitoli. Sono circa 700 pagine)
Qualche giorno fa è finito sul mio comodino per essere letto un nuovo libro. Si tratta di
l'ombra del vento di
Carlos Ruiz Zafon.
Non ci è finito perché lo abbia scelto. Me lo hanno prestato, ma attenzione: non mi è arrivato con il commento
è molto bello, leggilo. Mi è arrivato tra le mani con il commento
è un libro che parla di libri, leggilo. La cosa è quanto mai subdola, incerta, dubbia, e incredibilmente affascinante.
L'osservazione nasce spontanea: sono così attratto dai libri che basta dirmi che un libro parla di libri per rendermelo simpatico? La risposta è chissenefrega, se mi piace!
Poi ci sono precedenti illustri! Quanti libri parlano di libri. Più o meno tanti quanti sono i film che parlano di film.
Ve ne dico solo tre, diversi, ma talmente diversi che possono racchiudere tutti gli altri.
Il
primo è un libro che parla della perdita di un libro e del suo ritrovamento ed infine della sua distruzione. Insieme parla di una biblioteca e del mondo che le gira attorno. Beh a questo punto l'avrete capito è
Il nome della rosa di Umberto Eco. Un libro che avrò letto almeno quattro volte, perché mi piace il suono delle parole che vi sono scritte.
Il
secondo è un libro che parla della ricerca e della distruzione dei libri. L'avrete capito: si tratta di
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Un libro che mi ha fatto venire il timore che i libri possano andare perduti. Un libro che mi ha fatto venire voglia di esercitare la mia memoria e di mandare a mente un libro. Per ora non ho un libro intero, ma potete chiamarmi XXVI Inferno (ho nella testa, disponibile ogni volta che volete, il canto XXVI dell'Inferno di Dante, quello di Ulisse e Diomede).
Il
terzo è un libro che parla dello scrittore, dei suoi libri e dei suoi personaggi. E' un libro sul doppio, e sul doppio che fa paura. E'
La metà oscura di Stephen King. Un libro che fa capire con la pelle d'oca che la parola scritta ha una forza che va oltre lo scrittore. Con la parola scritta bisogna fare in conti.
Ora inizio questo nuovo libro, con molte aspettative che spero non saranno deluse. Ho appena cominciato e francamente ancora non ho capito se è un buon libro oppure no (ma sono solo al secondo capitolo). Diciamo che vi farò sapere. Un po' come si dice ai provini e ai casting.
P.S. Cercherò di scoprire se sulla scia di Bradbury c'è qualcuno che impara a memoria i libri. Vi farò sapere in un altro post.